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Il Restauro del Statua

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IL RESTAURO DELLA STATUA DI SAN MICHELE
(2006-2007)

“Memorabile giornata per Albidona”
Presenti mons. Crusco e il cardinale Giordano


La statua del protettore di Albidona, san Michele Arcangelo è stata portata al Laboratorio artistico di Taverna nel settembre del 2006. Ha richiesto un’accurata opera di restauro e finalmente, accolta dal cardinale Michele Giordano, fa rientro in paese nel pomeriggio del 28 aprile scorso. Il viaggio:
dopo Taverna e Sibari, il quartiere Pagliara di Trebisacce, dove la comunità albidonese che ivi risiede saluta il santo, con lunghi applausi e fuochi pirotecnici. Quindi, il solenne ingresso alle porte di Albidona, dove era stato allestito il palco per la manifestazione. Una folla immensa attendeva fin dal primo pomeriggio. Appena viene scoperta la statua restaurata, applausi commossi, grida e canti di gioia da parte di giovani e bambini, con la banda musicale di Sant’Agata d’Esaro.
Hanno suonato a festa anche le campane della chiesa Madre, del Convento e di san Rocco.
Sul palco c’erano il sindaco Salvatore Aurelio, gli altri amministratori comunali e anche i consiglieri dell’opposizione Vincenzo Napoli, Pasquale Adduci e Michele Russo: “San Michele unisce tutti gli albidonesi”, dice con soddisfazione,
qualcuno. Il sindaco aggiunge che “col nome di san Michele si possano superare tutti gli ostacoli. Che possa farci vivere nella concordia e nella pace”. E mentre saluta mons. Domenico Crusco, amministratore apostolico della diocesi di Cassano fino all’arrivo del nuovo vescovo di Cassano, Vincenzo Bertolone, parla di “una memorabile giornata”. Il ringraziamento più sentito è per il cardinale Giordano, che ha voluto accogliere e accompagnare il san Michele di Albidona.

Gratitudine anche per il popolo e per gli emigranti. Tommaso Leonetti e Antonio Golia hanno raccolto circa 1300 euro di offerte tra i compaesani della Svizzera, mentre in Albidona si sono interessati Francesco Salvatore e Giuseppe Aurelio. Uno degli organizzatori pro san Michele ci informa che “in Albidona siamo arrivati a oltre undici mila euro; forse il restauro costerà circa 7-8mila euro”. Hanno offerto aiuto e disponibilità anche il maestro falegname Domenico Mignuoli e altri collaboratori del parroco.
Il primo cittadino, dopo aver accennato alla fede e alla religiosità popolare degli albidonesi, fa un appello ai giovani sugli autentici valori della società, che è pure a rischio. Il cardinale Giordano riprende il discorso sui valori cristiani e sulla pietà popolare che “ha bisogno di essere elevata, restaurata come la statua di san Michele”. Ricorda che egli, quando scendeva dalla sua Lucania, passava per Albidona: “sono nato a sant’Arcangelo, dove è venerato San Michele e io stesso porto il suo santo nome”.
Dopo questa prima sosta, la statua del Santo viene portata in processione per le vie san Rocco,
san Pietro, Convento, san Salvatore, chiesa Madre, dove il parroco don Massimo Romano ringrazia i suoi collaboratori e rende omaggio al cardinale, che interviene con una omelia per il vespro. Il sindaco consegna un dono ricordo per Giordano: una icona d’argento con Albidona, i suoi monti fino allo Sparviere, e san Michele. A mons.
Crusco, un’altra icona con la Madonna e il bambino. Quindi l’attesa testimonianza della restauratrice Caterina Bagnato, del Laboratorio artistico di Taverna, operante da un quindicennio. E’ accompagnata dalle sue collaboratrici Marcella Zangari, Maria Puleo e Giusy Frustaci. La chiesa è affollatissima e i bambini scalpitano ma la dottoressa Bagnato, mentre illustra tutte le fasi del restauro del san Michele, con le immagini proiettate sullo schermo, viene ascoltata con interesse ed emozione: “man mano che andavamo in profondità, apparivano cose sempre più belle”.
Aggiunge che la statua presentava un notevole degrado; erano stati compromessi l’equilibrio e la cromia originali. “E’ una statua monumentale di inestimabile valore artistico, così l’ha voluta
l’artista; risale agli inizi del ‘700 ed è in legno, tutta a intagli”.
Accenna a una tecnica esecutrice che si nota “fin dal mantello molto raffinato”. L’artista che l’ha scolpita rimane ancora ignoto ma era veramente tale e pure un uomo di fede. “Ha usato un’abilità tecnica eccezionale”. A Taverna si è fatto un lavoro delicato e paziente: pulitura meccanica col bisturi, rimozione del materiale accumulato col tempo, sulla statua, che fu sottoposta a circa quattro restauri; il più antico risale a 250 anni fa. Ecco le “scoperte” del restauro: soprattutto il ritorno alle sue origini cromatiche. “L’aspetto di san Michele è monumentale, anche per gli svolazzi del mantello. C’è stato bisogno di colmare anche le lacune, di scrostare vecchi strati fatti male che compromettevano anche l’equilibrio della statua, si è dovuto fare, insomma un opera di consolidamento” del simulacro del santo Patrono.
Emergono le parti dorate, la cromia originale del ginocchio, delle braccia, della corazza e dello scudo. C’erano linee sbagliate che facevano volume e c’è stato bisogno dell’integrazione e della protezione della doratura e della pittorica. Le stuccature sono servite per sanare certe lacune. Anche la corazza e lo scudo sono tornati nella loro originalità. Si è proceduto anche alla doratura della base, a creare elementi nuovi della struttura e alla campitura, ricorrendo al trattamento a cera. Non si poteva trascurare il riposizionamento della mano sinistra del demone Lucifero. In un foro dietro le ali è stato rinvenuto un involucro cartaceo; si tratta di tre documenti manoscritti, datati attorno al 1800 ma del contenuto si parlerà in altra sede. La dottoressa Bagnato dice che potrebbe trattarsi di documenti militari. Infine, la restauratrice consiglia le dovute precauzioni. Parla della fragilità della statua, perché la chiesa dove è conservata è esposta alle intemperie. E poi, “il legno assorbe anche l’umidità dei fiori vicini. Occorre badare alla salvaguardia e alla manutenzione”. Ricordiamo che il 9 ottobre del
1980 la statua della Madonna del Rosario è andata in fiamme per quelle candele che si lasciavano accese anche di notte.
Il cardinale Giordano è stato in Albidona per due giorni, ha voluto incontrare i bambini e le catechiste della parrocchia, intitolata a san Michele Arcangelo.
L’8 di maggio, la grande festa in onore del santo Protettore.




Fonte: Giuseppe RIZZO


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