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BLOISI PASQUALE (a cura di), Albidona. I sentieri degli odori e del sapori. Cronaca di un percorso di didattica finalizzata, edizione Tipolitografia Jonica, Trebisacce, 2009, pp. 374

Un testo con originali fotografie a colori in ogni pagina. Merita di essere segnalato per i suoi valori e significati anche educativi e didattici. Un testo che fa onore alla Scuola Media Statale di Albidona, cittadina nell'Alto Jonio calabrese, al suo Preside, ai suoi Docenti, i suoi Alunni, che sono i "protagonisti" del lavoro svolto.
Cibo, alimentazione, piante, terra, animali, attrezzi agricoli, diventano modo e motivo per ricostruire una storia della civiltà contadina e pastorale, presente nelle antiche radici paesane, nelle quali si ritrovano tanti ideali di fede alla terra, di genuine tradizioni, di cultura: appartengono al passato ma meritano di essere "rivissute" e collegate al presente.
Tradizioni alimentari, e suggerimenti rivolti al presente, di una antica civiltà agricola e contadina, rivissuta attraverso le sue usanze, i suoi cibi con il loro modo di farne uso anche nel presente, i suoi strumenti e attrezzi agricoli, le sue ricorrenze e festività. Nella tradizione della civiltà agricola, contadina, pastorale, cibi e cucina si esprimevano seguendo i ritmi della stagione con i suoi stagionali prodotti, e i diversi cicli delle coltivazioni (dal grano, all'olio, al vino, a tutti i frutti della terra, sino al modo di farli crescere e poi di usarli).
Aspetti di civiltà che si esprimevano in maniera particolarmente originale nelle ricorrenze religiose (soprattutto a Pasqua e a Natale) e nelle ricorrenze non religiose (soprattutto a Carnevale). Ideali di fede e di tradizioni con una loro lunga storia. Sintonia della scuola Media di Albidona, con il suo territorio, tanto bello. Pregevole capacità di interpretare, anche attraverso i cibi, il loro uso, le loro manipolazioni, le specificità del contesto in cui la Scuola stessa di Albidona vive e opera strettamente legata al territorio. Una vivace e intelligente carica di entusiasmo, una intensa e gioiosa attività di "rivisitazione", attraverso le tante pagine del libro e del suo ricco e originale apparato fotografico, di una originale civiltà contadina e patriarcale. Un mondo scomparso, ma fatto intelligentemente "rivivere" e che molto ha ancora da insegnare.
Molto bravi gli alunni tutti, da ammirare per l'intelligente entusiasmo con cui hanno gioiosamente "lavorato". Meritevoli di lode le iniziative dei loro docenti.
Materiale illustrativo tutto fotografico a vivaci colori. Molto efficace e piacevole la sorridente presentazione fotografica dei tanti alunni che hanno dato vita e significato alla intelligente iniziativa dei loro insegnanti.
Interessanti e meritevoli di attenzione le conclusive pagine dedicate agli "scavi linguistici" nel dialetto albibonese, con la suggestiva derivazione greca e latina di tante parole e di tante espressioni, "scavi linguistici "anche per la presentazione di tanti proverbi e modi di dire dialettali, carichi di antica saggezza.
Da sottolineare il sostegno alla pubblicazione della "Banca dello Jonio - Credito Cooperativo- Albidona", e il contributo della "Comunità Montana dell'Alto Ionio".
Ettore Bruni


PRESENTAZIONE DEL LIBRO

Sono lieto di porgere a nome dei nostri ragazzi e a nome mio personale un caloroso e sincero grazie a tutti coloro che hanno seguito e sostenuto questa iniziativa culturale e un benvenuto a tutti i graditi ospiti che hanno voluto onorarci con la loro presenza e della loro amicizia.
La scuola media statale di Albidona sede associata di Trebisacce, nell’anno 2005-2006 ha aderito al Progetto ‘Educazione alla Campagna Amica’, promosso dalla Coldiretti di Cosenza con l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica, con l’intento di porre il territorio al centro delle attività scolastiche come luogo di memoria e come sede di interessi, di vita e di conoscenze. Con questa adesione, la scuola ha assunto l’ambiente, il territorio e l’esperienza di vita dell’alunno come materiale di studio, facendone un laboratorio permanente di sperimentazione conoscitiva.
La nostra scuola ha fatto tesoro delle informazioni che ha tratto dal territorio, non solo per fini immediati della produttività didattica, ma anche e soprattutto per comprendere il passato per poter costruire il presente. I nostri ragazzi hanno maturato un positivo senso di appartenenza al proprio territorio, inteso non solo come spazio fisico-geografico, ma come insieme di situazioni economiche, sociali e culturali che hanno avuto ed avranno sempre come protagonista l’uomo.
Abbiamo scoperto con i nostri ragazzi le piccole e grandi meraviglie del mondo che ci circondano e abbiamo avuto la possibilità di realizzare e vivere esperienze di contatto con la realtà vera della vita, nel tentativo di riappropriarci delle nostre radici, nelle quali l’essere si incontra sempre con il tempo e lo spazio, l’ambiente ed il territorio e soprattutto per capire, attraverso i segni della memoria, il paesaggio ed il territorio con i quali ci dobbiamo confrontare perché è fatto di tutto ciò che noi siamo. Questa particolare lettura del territorio ha consentito, ai nostri ragazzi, di studiare, conoscere e comprendere l’uomo nella molteplicità di relazioni. Il territorio diventa, perciò, ad un tempo, condizione e risultato dell’esistenza e della vita stessa dell’uomo.
La scuola potrà cogliere nel territorio ‘locale’ espressioni irripetibili di cultura ed operare affinché questi nostri ragazzi sappiano guardare con occhi diversi le cose che li circondano e farle proprie, cogliendo in esse le tracce ed i segni che costituiscono e formano i contenuti imprescindibili e perenni dell’identità personale e di quella comunitaria, di cui ognuno di noi fa parte.
Tra la moltitudine di tracce segnate nel territorio dal processo di urbanizzazione, noi ci siamo occupati dei corsi d’acqua, le fontane, le vasche, i pozzi, che rappresentavano elementi di grande rilevanza economica, sociale e culturale e che esprimevano più chiaramente il rapporto organico tra uomo e ambiente e sono la testimonianza dello stretto ed inscindibile rapporto che si era stabilito fra le persone ed il territorio, fra uomo e ambiente con la storia di generazioni che hanno vissuto in intima connessione con questa risorsa cui hanno attinto per secoli gli abitanti del posto.
Iniziando questo percorso didattico e culturale, alla ricerca dell’acqua, che ha ricoperto un ruolo determinante nella scelta del posto nel quale i nostri contadini e tanti agricoltori e pastori avevano deciso di vivere, spesso è stato necessario percorrere ripidi sentieri e stradine appena accessibili, ma la fatica veniva sempre premiata da una emozionante scoperta o per la vena d’acqua o per il vecchio manufatto che serviva a raccogliere il prezioso liquido; anche la scoperta di alcune specie floreali, presenti nel percorso delle vie dell’acqua, conosciute solo occasionalmente, hanno catturato la nostra attenzione e la nostra curiosità, regalandoci sensazioni ed emozioni per la loro intrigante bellezza; così come l’incontro di alcune specie spontanee della formazione arboree ed arbustive più consistenti nelle aree visitate (Pino d’Aleppo, Leccete, la macchia Mediterranea) e le consociazioni cespugliose presenti nel sottobosco (lentisco, rovi, rosmarino, ginestre), o i colori straordinari dell’Oleandro e di altre specie che tappezzano l’intero corso delle fiumare, o degli acquitrini dove prosperano rigogliosi canne e giunghi dai colori fantastici. E infine alcuni paesaggi campestri o casolari abbandonati dove la natura rimane artista insuperato e l’uomo non ha provocato strappi violenti.

Intendiamo proporvi una sintesi dell’emozionante percorso delle ‘vie dell’acqua’, privilegiando alcune immagini di questo lavoro che ci consentirà di custodire e conservare indelebilmente, nella memoria, questa straordinaria esperienza vissuta con i nostri ragazzi.

Prof. Pasquale Bloisi


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