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Michele Prinzi

Arte e Cultura > Personaggi Antichi

MECHELE PRINSI
(1908-1949)

Nel ricordo di suo cugino ins. Ciccio Ferraro

Sua madre si chiamava Chiara Rago, proveniva da Castrovillari ma era oriunda di Albidona e apparteneva al
vasto ramo dei signori Rago. Chiara si sposò con Luigi Prinsi, altro casato benestante del luogo, ma
proveniente da Corato (Bari); morì quando i figli erano in tenera età. Luigi Prinsi era ufficiale postale,e
morì nel 1939.
Suo figlio Michele frequentò fino al secondo liceo classico ma poi abbandonò gli studi, impiegandosi nelle
Poste di Albidona. Aveva una solida preparazione umanistica, che poi fu arricchita con studi di economia e
politica. S’integrò nel mondo politico del tempo e si trasferì a Roma, dove ebbe importanti incarichi politici e
istituzionali.
Nel 1941 si sposò con la maestra elementare Giuseppina Beneduce, da Cerisano. Il Prinsi lasciò Albidona
verso il 1938. Nel 1942 gli nacque il figlio Luigi.
Durante il fascismo comandò la GIL; era segretario del Fascio, ma non era un accanito fascista. In Albidona,
e poi anche a Roma, era molto popolare: era scherzoso, allegro ma nemico delle prepotenze. Si batté sempre
per l’emancipazione della sua gente, a favore del paese e anche della campagna. I giovani di allora tornavano
in paese, non solo per fare educazione fascista e militare ma anche per studiare; infatti, Michele Prinsi aprì
un corso serale per i figli dei contadini: e i giovani tornavano volentieri in paese, perché trovavano il modo di
istruirsi.
Durante la guerra fu mandato in Albania come impiegato dell’AGAM (Ufficio Approvvigionamento
Militare) dell’esercito e anche degli abitanti, perché l’Albania era occupata dall’Italia di Mussolini. Con
Prinsi erano anche D. Luigi Chidichimo (figlio dell’ing. Rinaldo) e Pasquale Rago. Poi, rientrato in sede,
lavorò sempre alla AGAM.
Abbandonò il fascismo prima ancora che cadesse il regime di Mussolini e quando Roma fu occupata dai
tedeschi egli visse da clandestino, entrando nel Partito socialista, occupandosi di sindacato. Fu detto il
“braccio destro di Di Vittorio”. La sua idea cambiò verso il 1939-40, quando soleva dire: “E’ una guerra
inutile e dannosa ma è una guerra che possiamo vincere”.
Verso il 1848 doveva essere candidato per il PSI: ma poi si ammalò di tumore, andò in metastasi e morì nel
’49, compianto da tutta la popolazione albidonese”.(discussione del 17.4.1986).
Negli anni ‘Sessanta, i giovani di Albidona gli intitolarono un Circolo culturale, il Circolo “Michele Prinsi”.
Su Michele Prinsi vedi: Giuseppe Lizzano,
Notti vegliate–“quant’è biello stu’ paise mio”, Galasso (Trebisacce),2003,
p.60; Giuseppe Rizzo,
La Zanzara,n. 4/1986,p.4

Fonte: G. RIZZO

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